Il Coppo per la Conservazione dell’olio


coppo olio

Il Coppo per la Conservazione dell’olio

La creazione e l’arte della ceramica Toscana si intreccia con uno dei prodotti tipici di maggior pregio: l’olio extravergine di oliva. A Montelupo, come in tutta la Toscana del resto, non mancano maestri artigiani che dalle sapienti mani danno vita a vasi, coppi e terracotte utilizzate per arredare le abitazioni, conservare e cucinare alimenti. Per fare un piccolo esempio, le famiglie contadine cuocevano la farinata di cavolo nero all’interno di cocci o “paioli” posizionati sul fuoco con i “treppiedi” e con prodotti stagionali.

La coltivazione dell’olio in Toscana ha origini remote nel tempo ed è documentata già a partire dal VII Secolo A.C. a seguito dei cambiamenti sociali e della vita dei contadini.

Nel corso del Medioevo in Toscana, ci fu un forte incremento di piantagioni di olivi, in particolare nelle zone di Firenze e Siena, per poi diffondersi in tutta la regione. La produzione di olio è andata via via aumentando e con essa la necessità di vendere e commercializzare l’olio con le città vicine. Le piante di olivo però, pur essendo simili, presentavano e presentano caratteristiche diverse a seconda della varietà. In Toscana troviamo il “leccino” ed il “moraiolo”. Ma anche il “frantoio” e “gramignolo” che contribuiscono ad un’ottima spremitura di olive che ancora oggi avviene a freddo.

Gli scambi commerciali e la conservabilità del prodotto nel tempo, hanno reso i coppi di terracotta i contenitori ideali per l’olio extravergine di oliva. Dopo la frangitura ed il trasporto che avveniva su carri trainati da cavalli o buoi, i coppi venivano adagiati nelle cantine o nei pressi della cucina, al riparo dalla luce e dalle intemperie. L’argilla trasformata in terracotta non permetteva alla luce di filtrare e risultava resistente al freddo. Successivamente l’olio veniva imbottigliato in fiaschette di vetro scuro e portato sulla tavola contadina per gustarne i pregi ed i benefici di un prodotto semplice e genuino.