Scoprire le proprietà dell’orto: I finocchi


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Il finocchio (Foeniculum vulgare) è una pianta erbacea mediterranea della famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere).
Conosciuto fin dall’antichità per le sue proprietà aromatiche, la sua coltivazione orticola sembra che risalga al 1500.

Dal gusto simile all’anice, si distingue per coltivazione: finocchio selvatico, pianta spontanea i cui semi vengono utilizzati in cucina per insaporire piatti e produzione orticola (finocchio dolce) pianta annuale a ciclo corto con radice a fittone.

Conosciuto per le sue proprietà diuretiche, digerenti, aerofaghe (nei bambini piccoli viene utilizzato come rimedio preventivo alle coliche e nell’adulto per combattere gonfiori addominali e stitichezza) contiene anetolo, sostanza da cui dipende il suo aroma. Non contiene grassi per cui è da preferire all’interno delle diete dimagranti, una buona dose d’acqua, sali minerali e vitamine.

In gastronomia sono molte le ricette che si possono realizzare con il finocchio dolce (crudo in insalata, al vapore, in forno, ecc …) mentre il finocchio selvatico, meglio noto come finocchieto, va ad insaporire carni, castagne, minestre ed insalate.

Finocchio maschio e finocchio femmina: probabilmente avrete sentito parlare di questa differenza al momento dell’acquisto. In realtà non esiste una base scientifica che va a definire il gusto più o meno morbido dell’ortaggio durante il consumo. E’ un detto popolare che si riferisce soprattutto alla forma allungata (femmina) o tondeggiante (maschio) della parte edibile.

Curiosità: il detto “lasciarsi infinocchiare” pare che derivi dall’abitudine dei cantinieri del passato di offrire uno spicchio di finocchio a chi si presentava ad acquistare il vino custodito nelle botti. Così facendo, al palato dell’ignaro acquirente, il vino (anche di qualità scadente) risultava migliore.